BONUS CALDAIA 2025: COME CAMBIA L’INCENTIVO DOPO LA LEGGE DI BILANCIO E LA DIRETTIVA UE SULLE “CASE GREEN”

Roma – La recente Circolare n. 8 dell’Agenzia delle Entrate, pubblicata il 19 giugno 2025, fa finalmente chiarezza sul destino del “Bonus caldaia” per gli anni a venire. Dopo la Legge di Bilancio 2025 e l’attuazione della Direttiva UE 2024/1275 sulla prestazione energetica nell’edilizia, cambiano profondamente le regole per accedere agli incentivi fiscali legati alla sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale.
Stop agli incentivi per le caldaie alimentate a combustibili fossili
A partire dal 1° gennaio 2025, non sarà più possibile ottenere detrazioni fiscali — né con l’Ecobonus (art. 14 del D.L. n. 63/2013), né con il Bonus ristrutturazioni (art. 16 dello stesso decreto) — per la sostituzione degli impianti termici con caldaie uniche alimentate a combustibili fossili, comprese le caldaie a condensazione e i generatori d’aria calda, seppure a condensazione.
La misura segue la linea indicata dall’Unione Europea, che con la Direttiva 2024/1275 (art. 17, par. 15) ha stabilito l’eliminazione graduale degli incentivi statali per l’installazione di tali apparecchiature, nell’ambito della transizione ecologica del patrimonio edilizio.
Un’esclusione selettiva: ecco cosa resta incentivabile
La stretta sugli incentivi riguarda solo le caldaie uniche a combustibili fossili. Tuttavia, restano ammissibili le spese per alcuni altri dispositivi:
- Microcogeneratori, anche se alimentati da combustibili fossili;
- Generatori a biomassa (che rientrano nelle classi di efficienza più elevate previste dalla normativa europea sull’etichettatura energetica);
- Pompe di calore ad assorbimento a gas, che non rientrano nella definizione di “caldaia” secondo la Comunicazione UE 2024/6206;
- Sistemi ibridi (pompa di calore + caldaia a condensazione integrati), assemblati in fabbrica secondo quanto stabilito dal D.M. 6 agosto 2020.
Questi sistemi continueranno a beneficiare delle detrazioni previste sia dall’Ecobonus sia dal Bonus ristrutturazioni.
Validità temporale: incentivi sì, ma solo fino al 31 dicembre 2024
Le spese per la sostituzione con caldaie a combustibili fossili sono ancora ammesse alle detrazioni se sostenute entro il 31 dicembre 2024, anche se i lavori verranno conclusi nel 2025. Dal 1° gennaio 2025 in avanti, tali spese non potranno più essere portate in detrazione, e ciò varrà fino al 2027, salvo ulteriori modifiche legislative.
Superbonus: deroghe solo con titoli già presentati entro il 2024
Un’eccezione è prevista per il Superbonus. Qualora, entro il 31 dicembre 2024, sia stata già presentata una CILA (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata) o, in caso di demolizione e ricostruzione, l’istanza per il titolo abilitativo, sarà ancora possibile includere la sostituzione dell’impianto con una caldaia a combustibili fossili nel calcolo del miglioramento energetico richiesto (due classi in più o il raggiungimento della classe energetica più elevata), anche se l’intervento verrà eseguito nel 2025.
Gas sì o no? Dipende dal mix energetico
Un dettaglio importante: la Commissione europea ha chiarito che una caldaia a gas viene considerata “alimentata a combustibili fossili” a seconda della composizione del gas nella rete locale. Se la rete è dominata da gas naturale, niente incentivi. Se invece il gas è per lo più di origine rinnovabile, l’installazione potrebbe ancora essere incentivata.
Non solo caldaie: altri impianti restano fuori dall’esclusione
Infine, l’eliminazione degli incentivi riguarda solo le caldaie uniche. Rimangono quindi esclusi dalla stretta dispositivi come:
- Stufe;
- Apparecchi di microcogenerazione non classificati come caldaie;
- Impianti a biomassa solida con specifiche classi di efficienza.
Il Bonus caldaia, per come lo abbiamo conosciuto finora, è destinato a cambiare volto. La direzione è chiara: abbandonare progressivamente l’uso dei combustibili fossili negli edifici e spingere l’acceleratore sulle tecnologie ad alta efficienza e fonti rinnovabili. La transizione sarà graduale, ma già dal 2025 non ci saranno più incentivi per chi sceglie soluzioni “tradizionali”.