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BANDO RIPARTO, IL LAVORO FEMMINILE E LA CONCILIAZIONE VITA-LAVORO

BANDO RIPARTO, IL LAVORO FEMMINILE E LA CONCILIAZIONE VITA-LAVORO

Il Dipartimento delle politiche per la famiglia ha pubblicato un nuovo bando denominato “Bando RiParto”, finalizzato a promuovere il rientro a lavoro delle donne dopo il parto permettendo loro di conciliare la vita familiare e l’attività lavorativa in un’ottica di integrazione. La misura, rivolta alle imprese, ai consorzi e ai gruppi di società collegate e controllate, prevede lo stanziamento di 50 milioni di euro per la costruzione e realizzazione di progetti di welfare aziendale rivolti proprio alle mamme lavoratrici.
FINALITÀ DELLA MISURA
Finalità del Bando RiParto, è la promozione e lo sviluppo di progetti di welfare aziendale in grado di fornire un sistema integrato di strumenti quali benefit, facility e servizi alla persona per contribuire sinergicamente alla risoluzione di problematiche comuni alle lavoratrici madri, in particolare dopo l’arrivo di un figlio, afferenti soprattutto alla gestione del tempo e alla conciliazione dell’attività lavorativa con la vita familiare. A tal fine, nel progetto finanziabile le imprese potranno proporre piani di accompagnamento psicologico, azioni di collaborazione lavoro-vita genitoriale, incentivi economici legati al rientro.
SOGGETTI BENEFICIARI
Possono presentare domanda di finanziamento:
– imprese aventi sede legale o unità operative sul territorio nazionale;
– consorzi;
– gruppi di società collegate o controllate, ai sensi dell’articolo 2359 Codice Civile, purché siano tutti i partecipanti al soggetto collettivo.
Le imprese e i consorzi possono partecipare anche in forma associata con altri soggetti aventi gli stessi requisiti, costituendosi in:
– associazioni temporanee di scopo (ATS);
– contratti di rete;
– associazione temporanee d’impresa (ATI),
e presentando un’unica domanda di finanziamento, un unico progetto ed un unico piano finanziario.
FORMA DELL’AGEVOLAZIONE
Il Parlamento ha stanziato 50 milioni di euro e la richiesta di agevolazione per ciascuna iniziativa progettuale deve essere compresa:
– tra un minimo di 15.000 euro e un massimo di 50.000 euro per le imprese con meno di 10 dipendenti ovvero Microimprese. Il soggetto proponente deve contribuire ai costi del progetto con risorse finanziarie pari ad almeno al 10% del totale dell’importo richiesto. Deve cioè, garantire risorse umane, beni e servizi messi a disposizione dal soggetto proponente quantificabili in questa percentuale;
– da un minimo di 30.000 euro e un massimo di 100.000 euro per le imprese con meno di 50 dipendenti quindi piccole imprese. Il soggetto proponente deve contribuire ai costi del progetto con risorse finanziarie pari ad almeno il 15% del totale dell’importo richiesto garantendo risorse umane, beni e servizi messi a disposizione dal soggetto proponente quantificabili in tale percentuale;
– tra un minimo di 80.000 euro e un massimo di 250.000 euro per le imprese con un numero di dipendenti che va dalle 50 alle 250 unità, quindi medie imprese. Il soggetto proponente deve contribuire ai costi del progetto con risorse finanziarie pari ad almeno il 20% del totale dell’importo richiesto. Deve cioè, garantire risorse umane, beni e servizi messi a disposizione dal soggetto proponente quantificabili in tale percentuale suddetta;
– da un minimo di 200.000 euro e un massimo di un milione di euro per le imprese con più di 250 dipendenti, quindi grandi imprese. Il soggetto proponente deve contribuire ai costi del progetto con risorse finanziarie pari ad almeno il 30% del totale dell’importo richiesto. Deve cioè, garantire risorse umane, beni e servizi messi a disposizione dal soggetto proponente quantificabili in tale percentuale.
REQUISITI
Gli aventi diritto dovranno presentare la domanda di finanziamento insieme al progetto di welfare aziendale indirizzato alle mamme lavoratrici; il progetto dovrà promuovere i seguenti interventi:
– azioni di supporto all’assunzione del nuovo ruolo genitoriale in un’ottica di armonizzazione della vita privata e lavorativa, comprese iniziative di sostegno psicologico e fisico;
– incentivi economici finalizzati al rientro al lavoro dopo il parto o adozione;
– percorsi di formazione e aggiornamento per l’accompagnamento al rientro al lavoro dopo il parto o adozione.
Per ottenere i finanziamenti previsti dal bando RiParto, gli aventi diritto dovranno, inoltre possedere specifici requisiti, a pena di esclusione, ovvero:
– aver restituito o depositato in un conto vincolato le agevolazioni pubbliche godute per le quali è stata eventualmente disposta la restituzione da parte di autorità nazionali, regionali o comunitarie;
– non aver subito sanzioni definitivamente accertate che comportino l’esclusione da agevolazioni, finanziamenti e contributi;
– contribuire ai costi del progetto secondo le percentuali stabilite dal bando;
– essere iscritti al registro delle imprese presso la Camera di commercio territorialmente competente e, dove previsto, negli elenchi, albi, anagrafi della rispettiva normativa di riferimento;
– avere la sede legale principale o unità operative, sul territorio nazionale;
– non trovarsi in alcuna delle situazioni previste come causa di esclusione dall’articolo 80 del Decreto Legislativo 18 aprile 2016, n. 50;
– risultare di non essere in stato di liquidazione volontaria;
– non essere stato assoggettato alla sanzione interdittiva di cui all’articolo 9, comma 2, lettera c), del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231, o ad altra sanzione che comporta il divieto di contrarre con la Pubblica amministrazione.
MODALITÀ DI PRESENTAZIONE E TERMINI
La presentazione delle domande, già attiva 6 giugno 2022 prevede come termine di scadenza il 5 settembre 2022 – ore 12:00. Il progetto dovrà essere concluso entro 24 mesi, la proroga sarà concessa solo previa comprovata motivazione.
Alla domanda dovranno allegarsi i seguenti documenti:
– relazione sulle attività in materia di conciliazione dei tempi di cura proposta;
– in caso dei soggetti raggruppati, il capofila e ogni partecipante devono presentare la propria relazione, ovvero una dichiarazione di non aver mai intrapreso azioni di welfare, sottoscritta digitalmente dal legale rappresentante del soggetto proponente, da un suo delegato, oppure da ciascuno dei legali rappresentanti dei soggetti partecipanti o dai loro delegati per i collettivi;
– il piano finanziario;
– il patto di integrità;
– la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà sottoscritta digitalmente dal legale rappresentante del proponente o suo delegato, con allegata fotocopia leggibile di un documento di identità del sottoscrittore, in corso di validità.
Il nostro team, specializzato nella Finanza Agevolata, potrà supportare la tua iniziativa, pronto a fornire consulenza ed accompagnamento nell’iter burocratico, dalla presentazione della domanda fino all’emissione del contributo.
Lo Studio Viglione-Libretti & Partners realizza i tuoi progetti!

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